Rischiano la serrata le scuole comunali

Nidi e scuole dell’infanzia comunale rischiano di non poter più garantire il servizio dal 1° gennaio 2012.
Uno dei fiori all’occhiello di Modena sono certamente i servizi educativi e alla persona, ma dall’inizio del prossimo anno rischiano di avere veri e propri disservizi a causa del Patto di Stabilità che di fatto blocca l’assunzione di personale anche supplente.
Basterebbe un raffreddore per mettere in crisi decine di famiglie.
Lo stravolgimento di alcune norme miranti al contenimento della finanza pubblica, di cui ultima la cd. legge di “stabilità” n° 183/2011, pongono un divieto agli enti locali di assumere personale se non nei limiti del 50% della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009.
A partire dal 2008 (legge n° 133/08), che recitava all’art.76 comma 7 “………….. e' fatto divieto agli enti nei quali l'incidenza delle spese di personale e' pari o superiore al 50% delle spese correnti di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale, passando per il D.L. 78/2010 che all’art. 9 comma 28 affermava “………gli enti pubblici di cui all' articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001,
n. 165  e  successive  modificazioni  e  integrazioni,  fermo  quanto previsto dagli articoli 7, comma 6, e 36 del decreto  legislativo  30 marzo  2001  e  successive  modificazioni  e  integrazioni,   possono avvalersi di personale a tempo determinato o con  convenzioni  ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50 per cento  della  spesa  sostenuta  per  le  stesse  finalita' nell'anno  2009", si è arrivati alla L. n° 183/2011 che conferma il taglio ai servizi degli Enti locali.
Unica eccezione sembra possibile solo in presenza di supplenze legate a sostituzioni di personale in maternità, interpretando un parere della Corte dei conti della Toscana  che lo scorso 15 novembre   ha chiarito che il comma 103 dell'art. 4 della legge n. 183/2011 trova qualche spunto di interpretazione e nella fattispecie suddetta non si applica.
E solo negli ultimi mesi del 2011 è ancora possibile qualche deroga in presenza di tre condizioni: avere rispettato il patto di stabilità, avere rispettato il tetto di spesa del personale e rispettare il rapporto massimo previsto tra spesa del personale e spesa corrente.
Le speranze di rivedere la norma in tempo utile si sono ridotte al lumicino, ma sono in atto sforzi comuni dell'Amministrazione comunale e dei politici di casa nostra per consentire ai comuni più virtuosi di smarcarsi dal taglio indiscriminato al fine di garantire un servizio essenziale per molte famiglie e soprattutto per salvaguardare la qualità delle nostre strutture.
Sono in atto raccolte di firma in vari plessi e si chiede a tutti di condividerle per far sentire la voce di chi paga le tasse e rivendica un diritto sacrosanto.   

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